Paura del Dentista?
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Settembre 27, 2024Il termine "pH" fu introdotto nel 1909 dal chimico danese Søren Sørensen. Ad oggi il pH è definito come una scala di misura utilizzata per esprimere il carattere acido o basico delle soluzioni:
- un pH inferiore a 7 (pH < 7) indica una soluzione acida, mentre
- un pH maggiore di 7 (pH > 7) indica una soluzione basica.
Ogni tessuto corporeo ha un PH specifico, questo dipende dalla colonia flora batterica e dalle loro funzioni. Lo sbalzamento di questo valore può causare sintomi che possono alterare o compromettere altri sistemi causando delle problematiche importanti ad esempio, sulla pelle può alterare l'elasticità, alterazione delle ghiandole sebacee, sul sistema osseo, patologie come osteoporosi, sul sistema articolare mancanza del liquido sinoviale, eccetera.
Quanti tipi di PH buccale esistono?
Tre tipi, acido, neutro, alcalino o basico.
In bocca un pH acido è inferiore a un livello di 6.5; un pH neutro si colloca nell’intervallo tra 6.5 e 7.5, un pH basico o alcalino è maggiore di 7.5.
La condizione di normalità prevede una condizione di pH neutro con un intervallo tra 6.5 e 7.5. Quindi sia un pH acido che un pH basico rappresentano una condizione da monitorare.
Quali sono le conseguenze di un PH acido?
Le conseguenze più evidenti dovute alla presenza della saliva acida nel cavo orale sono: l’erosione dentale, l’alitosi e le carie frequenti. Se la saliva acida si associa ad altre patologie, si può aggiungere un ulteriore sintomo come il dolore, ma possono comparire anche il bruciore o la difficoltà a deglutire. Se il disturbo mostra tali caratteristiche, in misura più o meno abbondante, e non viene trattato in tempo, può portare a danni anche di una certa entità.
Che effetti può causare il PH acido della saliva?
Una saliva acida agisce sulla struttura minerale dei denti indebolendoli al tal punto da favorire le condizioni per il deterioramento, mentre una saliva dal pH più alcalino forma il risiedere di elementi pesanti che causano l’accumulo di tartaro e placca che portano anche all’infiammazione dei tessuti delle gengive.
L’erosione dentale causata dall’acidità della saliva, quindi, provoca l’indebolimento dello smalto che può rendere il dente particolarmente sensibile e darti diversi fastidi, sia durante la masticazione, sia quando si beve.
Un altro effetto è il verificarsi di carie: l’aumento dei livelli di acidità dovuto alla presenza di cibo in bocca, infatti, contribuisce al proliferare dei batteri della carie. In questo caso, dunque, l’ambiente acido diventa il principale rischio di formazione della carie: la crescita e la concentrazione della placca batterica, infatti, è una condizione che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di una patologia del cavo orale.
Un ultimo, ma non meno importante, effetto della saliva acida è il manifestarsi del problema dell’alitosi: se si soffre di reflusso gastroesofageo, con alta probabilità, la saliva sarà anche acida e questa potrebbe causare lo spiacevole problema dell’alito cattivo.
Quali sono i sintomi dell’acidità in bocca?
- sensazione di bruciore alla bocca o alla gola,
- dolore alla lingua o alle guance,
- gonfiore della cavità orale,
- difficoltà a deglutire,
- secchezza delle fauci,
- salivazione ridotta,
- alito sgradevole – alitosi.
Cosa fare?
Acquisire una buona educazione alimentare, che permetta di conoscere i cibi da considerare amici o nemici dei nostri denti.
Proprio per questo è stata realizzata una piramide odonto-alimentare che permette di effettuare una distinzione tra alimenti cariogeni, anticariogeni e cariostatici.
Cariogeni: agrumi, cereali, bevande zuccherate, alimenti appiccicosi, dolci; possono favorire l’insorgenza e lo sviluppo della carie.
Anticariogeni: verdure fibrose, acqua, latte, formaggi stagionati, frutta secca; contrastano la formazione della carie favorendo la crescita di batteri benefici.
Cariostatici: carne, pesce, uova e quasi tutte le verdure sono neutri, per questo aiutano a proteggere i denti.
LO STUDIO DENTISTICO MELITA DENTAL CONSIGLIA
- Seguire una dieta equilibrata e nutriente ricca di cereali, frutta, verdura, proteine e latticini dal basso contenuto di grassi.
- Controllare le etichette dei cibi per individuare la presenza di zuccheri “nascosti”
- Ridurre la quantità di spuntini a base di carboidrati fermentabili
- Consumare spuntini sani, come frutta e verdura fresca, frutta secca, yogurt
- Bere acqua al posto di bibite gassate e succhi di frutta, entrambi ricchi di zuccheri.